Salve
Mi interesserebbe sapere se secondo voi ci sono dei fattori di rischio valutabili a priori in relazione ai rari eventi di trombosi di cui si parla per Astrazeneca e Johnson&Johnson. Penso, banalizzando molto, alla possibilità di esami del sangue a priori o altro.
Immagino non se ne sappia ancora abbastanza, ma mi piacerebbe avere un parere esperto sull'argomento.
Grazie mille.
vaccini e rischi di trombosi
Re: vaccini e rischi di trombosi
Al momento, la mancata definizione di un meccanismo fisiopatologico unitario alla base dei rari casi di trombosi dei seni venosi cerebrali o del distretto splancnico splancnica associata a vaccinazione da Vaxzevria rende impossibile identificare dei fattori di rischio da cercare nella popolazione generale.
Ciò è particolarmente vero per la ricerca delle condizioni trombofiliche ereditarie più comuni (es. mutazione del FV Leiden o del Fattore II20210A in eterozigosi, deficit degli inibitori naturali della coagulazione), che sSi può stimare conservativamente che siano ono presenti nel 5-67-8% della popolazione generale europea.
Ci si può quindi attendere che circa 2 dei 25 milioni di soggetti già vaccinati in Europa e UK con Vaxzevria siano portatrici o portatori di queste anomalie coagulative, il che contrasta evidentemente con l’estrema rarità delle più gravi complicazioni trombotiche osservate (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico).
Anche in un ipotetico scenario in cui la vaccinazione agisse come trigger su una condizione di predisposizione congenita per portare a questi eventi trombotici atipici riguarderebbe meno di 1 soggetto trombofilico su 10.000.
L’insieme di questi dati evidenzia come le più comuni condizioni trombofiliche presenti nella popolazione non possano essere il determinante di tali casi, e che pertanto la loro ricerca sistematica prima della vaccinazione non sia in alcun modo raccomandabile.
Analogamente non ha senso, per la nota specificità del test, uno screening sistematico del dimero o dell'emocromo post-vaccino, anche perchè entrambi e parametri possono essere modestamente modificati per la vaccinazione di per sè, senza nessun significato clinico.
Ciò è particolarmente vero per la ricerca delle condizioni trombofiliche ereditarie più comuni (es. mutazione del FV Leiden o del Fattore II20210A in eterozigosi, deficit degli inibitori naturali della coagulazione), che sSi può stimare conservativamente che siano ono presenti nel 5-67-8% della popolazione generale europea.
Ci si può quindi attendere che circa 2 dei 25 milioni di soggetti già vaccinati in Europa e UK con Vaxzevria siano portatrici o portatori di queste anomalie coagulative, il che contrasta evidentemente con l’estrema rarità delle più gravi complicazioni trombotiche osservate (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico).
Anche in un ipotetico scenario in cui la vaccinazione agisse come trigger su una condizione di predisposizione congenita per portare a questi eventi trombotici atipici riguarderebbe meno di 1 soggetto trombofilico su 10.000.
L’insieme di questi dati evidenzia come le più comuni condizioni trombofiliche presenti nella popolazione non possano essere il determinante di tali casi, e che pertanto la loro ricerca sistematica prima della vaccinazione non sia in alcun modo raccomandabile.
Analogamente non ha senso, per la nota specificità del test, uno screening sistematico del dimero o dell'emocromo post-vaccino, anche perchè entrambi e parametri possono essere modestamente modificati per la vaccinazione di per sè, senza nessun significato clinico.